Origini & colori

In memoria di Pietro Pedeferri (1938 – 2008)

I primi studi scientifici per ottenere i colori di interferenza sulla superficie dei metalli mediante ossidazione elettrochimica risalgono ai primi dell'Ottocento a opera di Leopoldo Nobili, scienziato morto a Firenze nel 1835, che per primo ottenne per via elettrochimica dei colori su piombo in presenza di una soluzione acida; il suo monumento funebre ricorda che fu "con alta teoria ed ammirati ritrovamenti della fisica scienza promotore e della metallocromica arte inventore e maestro". Nobili non ebbe modo di sperimentare l'ottenimento dei colori sul titanio metallico, poiché all'epoca esso era appena stato scoperto. Solo più di un secolo dopo, a partire dagli anni Sessanta fu introdotta la colorazione del titanio per ossidazione anodica. Questa tecnica consente in modo molto semplice di ottenere i colori di interferenza, ma il riuscire a produrli e il modularli con sapienza e sensibilità è un'arte raffinata padroneggiata a tutt'oggi solo da Pietro Pedeferri.

Pedeferri inizia a occuparsi della colorazione del titanio nel 1967 al Politecnico di Milano. Trascorsi pochi mesi, dopo aver individuato i princìpi sottostanti all'ottenimento dei colori, osserva che il titanio nel colore dei suoi ossidi può conservare "memoria" delle condizioni iniziali di funzionamento, e che quest'ultima proprietà consente la registrazione sulla sua superficie di motivi ed immagini che Pedeferri chiamò "apparenze" in memoria di Nobili. Da allora la ricerca sui mezzi tecnici per la registrazione di movimenti di liquidi o di altri fenomeni naturali e la sperimentazione di nuove potenzialità espressive nel campo della comunicazione visiva si sono intrecciate, traendo vantaggio l'una dall'altra. Ha scritto Bruno Munari: "Non litografia, né xilografia, ma ossidazione anodica (del titanio), la tecnica che utilizza Pietro Pedeferri. Il tipo di tecnica non ha importanza. Quello che conta è il gioco, il piacere di usare correttamente un mezzo per comunicare qualcosa. E il piacere di fare si ritrova poi nell'oggetto della comunicazione".

Nei quarant'anni che hanno seguito quel felice esordio nell' arte metallocromica, la gamma dei colori e le loro intensità e luminosità sono state estese e aumentate, le piastrine di pochi centimetri sono divenute lastre o composizioni che raggiungono il metro; è diventato possibile sostituire selettivamente alcune tinte con altre e, accanto a quelle usuali perfettamente stabili, produrne alcune che, invece, si modificano nel tempo. Il sapere governare il colore sulla superficie del titanio è frutto di una profonda e scientificamente comprovata conoscenza dei fenomeni elettrochimici, chimici e fisici che avvengono alla superficie del metallo. Molta della letteratura scientifica circa la razionalizzazione e la descrizione rigorosa dell'anodizzazione del titanio e delle sue potenzialità cromatiche – e altre cose direbbe Pietro Pedeferri – è opera sua e di chi ha avuto il privilegio di lavorare con lui e di continuare gli studi di questo affascinante fenomeno.

Al contempo questo metodo è anche una potentissima tecnica pittorica. Negli anni le tecniche messe a punto e i risultati ottenuti sono stati illustrati su riviste e libri e raccolti in mostre. Sono stati presentati in convegni sugli aspetti scientifici e tecnologici della finitura superficiale dei metalli e in seminari sul tema "Scienza ed Arte" in Italia e all'estero. Nel 1989 a Parigi le apparenze su titanio hanno avuto l'onore di essere premiate al concorso internazionale Science pour l'Art assieme ai frattali di Benoît Mandelbrot, e di essere inserite nel programma di esposizioni della Fondazione Corrente di Milano (1996) e della Triennale di Milano (2010). Per meriti scientifici nel campo della corrosione e protezione dei metalli, oltre che per meriti artistici, Pedeferri è entrato a far parte dell'Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere, di cui è stato membro effettivo. In collaborazione con Alberto Casiraghi e numerosi poeti, tra cui Alda Merini, Annalisa Cima e Giancarlo Consonni, ha realizzato per le Edizioni Pulcinoelefante più di duecento "librini" a tiratura limitata impreziositi con pitture su titanio. Nel corso di più di quarant'anni le sue opere sono cambiate nei disegni, nei colori, nelle finiture superficiali e nelle tecniche con cui le ha prodotte, ma hanno conservato intatto "l'interno lume" che dà loro "leggerezza di aurora". Che poi è la loro magia.


Estratto da: M. V. Diamanti, B. Del Curto, MP. Pedeferri, Pietro Pedeferri: l'ossidazione anodica tra scienza e arte. La Metallurgia Italiana 7-8 (2013) 51-55.

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